giovedì 11 febbraio 2010

Oggi ho voglia di comunicare...

....ma non di scrivere.
Vorrei aprire un blog di post vocali. Lo riempirei ogni giorno di mille post.
Ho un sacco di cose da raccontare, tantissimi pensieri da condividere; tuttavia, la mia pigrizia, spesso, mi frega.

Perciò oggi non scrivo. Parlo. Parlo e basta. Parlo tanto, nella mia stanza d'albergo a Porto.

Domani rientro, ma stasera voglio parlare. D'altronde sono reduce di 10 giorni di afonia totale a causa di una laringite, perciò la voglia di parlare è tantissima.

Per ora pubblico un video.

Tiè, un po' di buona musica!

Vai col rock!!!



mercoledì 10 febbraio 2010

Berlusconi, la Destra e il Fascismo.

Questo articoletto era originariamente la risposta al commento di Fedegeta al mio ultimo post.
Tuttavia, data la sua lunghezza, ho preferito pubblicarlo come post.

Consideriamolo un piccolo racconto epistolare, dai..


Caro Fedegeta, grazie per il tuo commento che ho letto con piacere, e con altrettanto piacere colgo l'occasione per continuare questo dialogo costruttivo e critico sui "Massimi Sistemi" che ci sovrastano.

Comincio con un piccolo appunto sul fatto del fascistoide / fascista attribuito da te a questo governo.

Caro Fedegeta, questo governo di fascista non ha proprio nulla, se non il fatto di includere nelle sue fila ex missini che, anche loro, di fascista avevano proprio poco.

Il MSI, al contrario di quanto si pensi, non fu affatto la ricostituzione dei fascisti "sotto mentite spoglie"; fu piuttosto un salottino dentro al quale conversero i fascisti (quelli veri) per tramutarsi in un’ideologia di destra del dopoguerra, legalizzata, riconosciuta e, in parte, finanziata dagli imperi usciti vittoriosi dalla Seconda Guerra Mondiale.

Altro errore storico in cui incappiamo molto spesso, sta nel collocare i fascisti a destra; nulla di più sbagliato.

Il fascismo, per definizione, era estraneo all’ordinario schema politico, tant’è vero che durante il ventennio esistevano fascisti cosiddetti di destra, quelli più vicini all’alta borghesia, e fascisti di sinistra (i corporativi, che avevano preso il posto dei sindacati in quanto, questi ultimi, aboliti dal regime), più vicini ai lavoratori, che svilupparono lo stato sociale di cui godiamo tutt’oggi (ad esempio la conversione del CNAS all’attuale INPS, con l’estensione delle pensioni, l’istituzione di quelle di reversibilità eccetera..).

Se oggi a destra stanno teppaglie tipo Forza Nuova, con i loro militanti dalle teste rasate e anfibi, è semplicemente frutto della riconversione del dopoguerra. I NEOfascisti (non i fascisti) si sono semplicemente collocati a destra per opposizione al comunismo, storicamente di sinistra (tu m’insegni).

Tutto ciò premesso, semplicemente per definire alcune differenze tra l’attuale governo e il fascismo, e per capire perché non sia del tutto esatto paragonare il governo Berlusconi al fascismo:

Il fascismo era fervidamente antiamericano e autarchico – La nostra destra no; anzi..

Il fascismo istituì pene severissime contro qualsiasi tipo di associazione massonica o segreta – Il nostro attuale Presidente del Consiglio era iscritto alla P2. Non solo; molti politici sia di destra che di sinistra sono appartenenti alle varie logge massoniche tra cui il GOI ed altri.

Il fascismo mai avrebbe appoggiato gli attacchi di Israele ai civili di Gaza – Berlusconi ha da poco compiuto una esemplare e somma spennellata di lingua al deretano di Peres. Piuttosto, un governo fascista, appoggerebbe a spron battuto una nazione come l’Iran, nazione assai più fascista del nostro passato ventennio in termini di autarchia, di ricerca dell’indipendenza e di identità nazionale e di anti-imperialismo, solo per citarne alcuni.

Un governo fascista si comporterebbe proprio come l’Iran di Ahmadinejad, altro che il Cavaliere!

Questo era soltanto un breve riepilogo spiccio e superficiale sulle differenze che stanno tra un governo fascistoide / fascista e un governo di centro-destra come il nostro attuale.

Tutto ciò premesso, quindi, il mio personalissimo punto di vista sull’argomento in oggetto non è dissimile dal tuo. Soltanto mi permetto di dissentire dal tuo allarmismo in merito a un presunto imminente regime legalizzato.

E’ ormai una canzone che si sente ogni giorno, soprattutto dal momento in cui è arrivato il sommo corista Tonino a dar gran voce all’Antiberlusconismo Italiano.

Già, l’Antiberlusconismo Italiano. E’ ormai il maggior partito di opposizione.

Sempre secondo la mia personalissima opinione, condivisibile o meno, finché c’è un’opposizione il cui primario scopo è quello di “mandare a casa Berlusconi”, senza di fatto proporre alternative vere, solide e tangibili, è equivalente a un’opposizione inesistente.

La forza di Berlusconi è direttamente proporzionale, ora più che mai, alla debolezza della Sinistra.

Dal 1945 fino al crollo della Prima Repubblica, l’Italia è sempre stata governata dalle Sinistre; dal momento in cui è arrivato un uomo che, con potenti mezzi (non mi soffermo sulla liceità o meno della sua scalata al potere altrimenti si fa notte….) e con una straordinaria abilità comunicativa (eh sì, Berlusconi sarà quel che sarà ma questo non lo si può di certo negare), è riuscito a formare un governo di coalizione unito e compatto, diametralmente opposto ai governanti di Sinistra, per quest’ultima è stata la rovina, poiché non è più riuscita a fornire un’alternativa altrettanto forte e compatta da poter riprendere le redini del Paese, quindi l’unica soluzione, ad oggi, possibile per le Sinistre è la cacciata del Cavaliere.

Purtroppo mi sa tanto che, fino a quando la Sinistra non si decide a rimodernarsi un tantino, dovremo tenerci quello che abbiamo.

Caro Fedegeta, ho letto con piacere alcuni dei tuoi post sul tuo ricco ed interessantissimo Blog, quindi ho ben presente la tua raffigurazione dell’Italiano medio (dal pistolino piccolo e dalla scheda azzurra…); tuttavia mi sento di avvertirti di fare attenzione a non cadere nell’arroganza di chi crede di essere tra i pochi che hanno capito tutto, e che si sente circondato da milioni di topini che inseguono le note di un pifferaio magico che le suona attraverso le sue televisioni e i suoi giornali. L’Italia è sì piena di ignoranti, ma così come l’Italia, ogni Paese del mondo ne è pieno. Per colpa o per sfortuna, purtroppo, è così.

Ma fidati che chi, ogni giorno, deve vivere la propria vita e fare i conti con le difficoltà quotidiane (ma anche con le gioie, dato che, al contrario di quello che ci vogliono far credere, la vita è meravigliosa), anche se fa parte del mondo dell’Italiano medio, la sua intelligenza ce l’ha, quindi, se milioni di Italiani hanno deciso di votare a destra, evidentemente, hanno avuto le loro ragioni, e per definizione di democrazia, tali vanno rispettate.

Un cordiale e amichevole saluto.





Riflessioni: la Legalità.


La legalità è uno dei principi fondamentali per la convivenza civile tra persone appartenenti a un medesimo ordinamento, sia esso giuridico, sociale, culturale o quant’altro.

Non a caso, già dai tempi in cui le prime società civili cominciavano la loro esistenza, è stato istituito il Diritto, che per definizione è l’insieme di regole, norme e leggi scritte e non, atte a regolamentare il comportamento di ogni cittadino in determinate situazioni o circostanze.

Diritto è una parola, ai giorni nostri, troppo spesso oggetto di “abuso ideologico”, in quanto molte persone tendono ad utilizzare questo sostantivo quasi esclusivamente per indicare il proprio e solo diritto alla libertà incondizionata, dimenticando, o peggio, ignorando, che alla base del diritto proprio e personale esiste il dovere verso il rispetto delle norme e delle regole, contenute, appunto, nel Diritto.

Questa condizione fondamentale è la base del concetto di legalità. Non può esistere nessun diritto soggettivo o nessuna libertà senza il dovere al rispetto della legalità. Si consideri, ad esempio, un individuo, piuttosto che un nucleo familiare, che viva in un ambito condominiale; questo individuo o nucleo familiare di certo gode del diritto di organizzare una festa in casa propria, ma esiste di certo un regolamento condominiale, in aggiunta alle specifiche norme presenti nel Codice Civile, che ne vieta lo svolgimento al di fuori di determinati orari, ai fini di non arrecare disturbo agli inquilini delle adiacenti unità abitative.

Questo esempio molto banale spiega la base del rispetto verso il prossimo, innanzitutto, e verso la legalità. Ognuno di noi ha il preciso dovere di rispettare la legalità di qualsiasi azione o circostanza, ai fini del rispetto nei confronti dell’integrità morale, fisica o patrimoniale del prossimo.

Accade tuttavia molto spesso che ci si dimentichi con estrema facilità di questa condizione fondamentale, e che di conseguenza vengano a crearsi situazioni di disagio generale che, a volte, può addirittura degenerare nella gravità più esasperata.

Si pensi ad esempio al sempre più crescente problema della droga o dell’alcolismo, in particolar modo in ambiente giovanile.

Questi aspetti problematici sono anch’essi, senz’altro, direttamente legati al concetto di legalità, in quanto esistono norme e leggi ben precise che vietano l’uso di sostanze stupefacenti o l’abuso di alcool in determinate circostanze.

A questo proposito, mi sento di affermare che l’educazione al corretto comportamento stradale, in merito all’uso o abuso di alcool o di sostanze psicotrope, sta cominciando ad assumere maggior popolarità, specialmente dopo l’inasprimento della coercizione in questo ambito. Negli ultimi mesi vedo sempre più giovani che, durante i week-end fuori a cena con amici, nominano un componente del gruppo che si assume responsabilmente il ruolo di conducente sobrio. Naturalmente il primo pensiero di questi giovani sta nell’evitare ad ogni costo le severissime pene a cui si può incorrere in caso di violazione di queste norme severe, piuttosto che alla sicurezza propria e dei propri compagni; ne deriva tuttavia un sempre crescente miglioramento del comportamento stradale.

Fonti a me vicine, che prestano servizio presso la pubblica assistenza, affermano che il numero di incidenti con gravi, o addirittura fatali conseguenze è sensibilmente calato nell’ultimo anno. Questo dimostra che l’intervento da parte del potere esecutivo in questo ambito ha fruito qualche tangibile risultato.

Naturalmente la severa coercizione non può essere l’unico strumento per la prevenzione dell’oltraggio alla legalità. Si rende necessaria altresì una costante campagna di sensibilizzazione ai problemi e di educazione positiva, in modo che ogni cittadino diventi sempre più consapevole dei rischi che si corrono in determinate circostante.

A mio parere, il troppo permissivismo e la smodata superficialità che hanno sempre caratterizzato le politiche Italiane, hanno portato all’esasperazione un sistema che, ormai, affinché certi suoi aspetti degenerati possano essere corretti, si rendono necessari interventi assai severi che, agli occhi di molti, possono sembrare esagerati o, addirittura, di stampo dittatoriale.

Riallacciandomi alla questione della legalità in ambito di sicurezza stradale, conosco molte persone, oltre al fatto che esistono gruppi su Facebook dedicati a questo, che sostengono che “il terrorismo stradale perpetrato da questo “governo fascistoide” altro non è che una forma di restrizione dittatoriale, ai fini di creare, passo dopo passo, un nuovo regime”. Naturalmente queste affermazioni altro non sono, a mio parere, che deliri estremisti da politica spiccia, che nulla hanno a che vedere con lo stato reale delle cose.

Tuttavia, correnti di pensiero di questo tipo, danno l’idea della tendenza di molti a favorire la trasgressione, anziché tendere la mano alla legalità.

Questo concetto rientra, tra l’altro, in quei concetti assai difficili da capire per lo scrivente, cioè non riesco proprio a capire perché molti tendano a prediligere l’illegale, a difendere il delinquente e ad elogiare la trasgressione, marchiando valori nobili, tra i quali, appunto, la legalità, come noiosi e superflui.

Forse manca una vera e propria educazione di fondo, che dovrebbe essere favorita ad ogni costo.

Le istituzioni dovrebbero veramente investire su questo tipo di educazione, favorendone l’insegnamento già dalle scuole elementari.

Potrebbero essere introdotti programmi che comprendano le norme di comportamento civile, il rispetto della sicurezza stradale e lavorativa, l’insegnamento dei pericolosi effetti dell’alcool e della droga, le conseguenze di azioni illecite verso il prossimo, la cultura della non violenza e l’educazione al dialogo critico ma costruttivo, animato ma sempre educato e rispettoso.

In altri paesi, ne sono testimone, anche in TV passano spot pubblicitari che ricostruiscono molto fedelmente incidenti stradali (un esempio è il video che riporto alla fine dell'articolo), incidenti sul lavoro, comportamenti scorretti e pericolosi, spiegandone gli effetti con una lucidità micidiale, che rende questi spot davvero impressionanti. Le immagini che si vedono lasciano davvero un segno nel profondo di chi li guarda. Questo a mio avviso è un esempio di come certi tipi di educazione possano arrivare anche nelle case dei cittadini; non capisco perché nel nostro Paese non esistano cose di questo genere.

Al giorno d’oggi, molti genitori non sono in grado di insegnare questi valori fondamentali ai propri figli, principalmente perché essi stessi non hanno ricevuto un’educazione di questo genere; perciò ritengo sia importante che le istituzioni aiutino questi stessi genitori, insegnando questi valori pubblicamente, perché i bambini e i ragazzi di oggi sono i genitori di domani, quindi se si creano generazioni giovani consapevoli, in futuro sarà molto più semplice continuare ad essere diligenti, anzi, si potrà soltanto migliorare.

La deriva dei valori che ci ha portato ad essere una generazione a cui “piace trasgredire” ha ora bisogno di una spinta forte e decisa, anche attraverso le pene coercitive. Tuttavia la coercizione da sola non può formare il cittadino. C’è bisogno di un serio programma educativo che possa rendere il rispetto della legalità e del prossimo, la normalità per ognuno.